Le neuropatie periferiche si sa hanno varie origini: genetiche, infettive, da disturbi metabolici, da malattie autoimmuni, da traumi, da sostanze tossiche o dall’invecchiamento.
Una ricerca dell’Università Statale di Milano ha però dimostrato che alcune neuropatie possono essere associate a una riduzione della sintesi di acidi grassi.
Nico Mitro, ricercatore del dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’ateneo milanese e coautore dello studio, spiega come prima dello studio il principale indagato fosse solo l’inibizione del colesterolo.
Il colesterolo è un componente dei grassi, che si occupa di produrre la membrana che avvolge i prolungamenti dei neuroni (la mielina) permettendo una rapida trasmissione al cervello.
Altro componente importante nei lipidi, sono proprio gli acidi grassi.
Il nostro studio dimostra per la prima volta che c’è un legame anche tra acidi grassi e neuropatie periferiche.
Mitro e colleghi hanno mostrato diminuendo la sintesi degli acidi grassi aumenta la probabilità di neuropatia periferica.
Questo succede poiché la riduzione dei grassi induce un accumulo di due molecole che vanno a legarsi a un recettore presente nel nucleo, il quale indica di utilizzare gli acidi grassi come energia, anziché il glucosio, portando alla comparsa della neuropatia.
“Il sistema nervoso periferico ricava energia preferenzialmente utilizzando glucosio” spiega Mitro.
“In alcuni casi però questo non succede, e il nervo periferico utilizza invece acidi grassi: si genera così la neuropatia.”
I ricercatori hanno però scoperto anche che inibendo questo recettore con un farmaco è possibile evitare lo sviluppo della neuropatia. Questa ricerca potrebbe quindi aprire la strada alla messa a punto di nuove terapie contro le neuropatie periferiche.
“Il prossimo passo – dicono i ricercatori – sarà studiare in che modo questo legame tra ridotti livelli di acidi grassi e neuropatia può essere sfruttato a livello farmacologico.”
Lo studio ha ottenuto finanziamenti da Giovanni Armenise-Harvard Foundation, Ministero della Salute e dal Centro Studi e Ricerche sulla Caratterizzazione e Sicurezza d’Uso di Sostanze Naturali della Statale e Fondazione Cariplo, e ha coinvolto molti centri di ricerca internazionali, in primis il dipartimento di Chirurgia e Medicina Traslazionale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca assieme l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, l’americano Scripps Research Institute di La Jolla, l’Università Complutense di Madrid in Spagna, l’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano e l’Instituto Cajal.
Lo studio è stato inoltre pubblicato sulla rivista Cell Metabolism.
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